Title: UNABOMBER Anarchico? No!
Author: Freedom Press
Date: English: 20th April 1996. Translation: 19 Jun 1996
Notes: Translated by Stefano Viviani

A 228
EDITRICE A CAS POST 1710
20170 MILANO


UNABOMBER
Anarchico? No!

Un eccentrico solitario, Theodore Kaczynski, si trova sotto custodia cautelare in Montana. Mentre andiamo in stampa, è accusato soltanto di possesso non autorizzato di arma, in quanto si presume che la sua collezione di rottami sia l’occorrente per la fabbricazione di una bomba. La notizia del suo arresto, tuttavia, ha fatto il giro del mondo, perché questa persona è sospettata di essere Unabomber, il terrorista che ha spedito e collocato in varie parti degli Stati Uniti sedici bombe in diciassette anni, uccidendo tre persone e ferendone più di venti.

Gli organi d’informazione più ricchi si preoccuperanno di commentare e raccontare gli sviluppi della vicenda. Ciò che a noi interessa non è tanto discutere se il signor Kaczynski sia o meno Unabomber, ma piuttosto se Unabomber, qualunque sia la sua identità, sia o meno anarchico.

Gli anarchici, per definizione, si oppongono al dominio degli uomini sugli altri uomini per mezzo delle minacce, specie se la relazione coercitiva è istituzionalizzata. Ovvero, si oppongono al governo in tutte le sue forme. A volte possono usare un’istituzione coercitiva contro un’altra (per esempio le aule di tribunale contro una polizia particolarmente attiva), ma si tratta pur sempre di espedienti, mai di principi. Le sole società che un anarchico vede di buon occhio sono quelle nelle quali nessuno è capo e tutte le relazioni sono basate sulla cooperazione volontaria.

Ma il termine anarchico viene spesso mal applicato per indicare chiunque usi mezzi illegali, segreti e violenti nel perseguimento di qualunque obiettivo sociale, per quanto autoritario.

Un commentatore radiofonico della BBC, il 5 novembre, descriveva Guy Fawkes come un anarchico. Ma l’obiettivo di Guy Fawkes e dei suoi seguaci era quello di restaurare il cattolicesimo romano e il vecchio costume di reprimere l’eresia mandando al rogo la gente.

Anche un’opera ritenuta autorevole, il Fontana Dictionary of Modern Thought, descrive Auguste Blanqui come un precursore dell’anarchismo, e afferma che Bakunin proseguì l’opera di Blanqui, nonostante Blanqui predicasse la conquista e l’uso del potere coercitivo, non la sua abolizione.

In alcuni giornali Unabomber veniva descritto come un anarchico ancora prima che si avesse qualunque notizia su di lui, lei o i loro motivi e le loro opinioni.

Oggi queste opinioni sono state rese pubbliche. Nell’aprile 1995, dopo diciassette anni di bombe non rivendicate, il gruppo terrorista FC ha scritto alla stampa fornendo prove sufficienti riguardo alla paternità, sua o loro, di Unabomber. Nella stessa lettera, come condizione per la fine delle ostilità, si richiedeva la pubblicazione sul New York Times e il Washington Post di un manifesto suddiviso in 232 lunghi paragrafi numerati. Così fu fatto, e il testo completo è stato poi pubblicato come pamphlet da Green Anarchist.

Il manifesto denuncia la tecnologia:

130. La tecnologia avanza con grande rapidità e minaccia allo stesso tempo la libertà sotto diversi punti di vista (sovraffollamento, regole e regolamenti, crescente dipendenza degli individui dalle grandi organizzazioni, propaganda e altre tecniche psicologiche, ingegneria genetica, invasione della privacy mediante sistemi di sorveglianza e computer ecc.). Per respingere anche una sola delle minacce alla libertà occorrerebbe una lunga e difficile battaglia sociale. Coloro che vogliono proteggere la libertà sono schiacciati semplicemente dal numero di nuovi attacchi e dalla rapidità con cui vengono portati. Di conseguenza diventano patetici e non resistono a lungo. Combattere ciascuna di queste minacce separatamente sarebbe futile. La sola speranza di successo risiede nel dare battaglia al sistema tecnologico come insieme; ma questa è rivoluzione, non riforma.

Kaczynski rifugge dalla tecnologia, abitando in una baracca senza elettricità né acqua e spostandosi in bicicletta (un trionfo della tecnologia industriale che alcuni ciclisti preferiscono immaginare primitiva). Unabomber denuncia la tecnologia ma la usa: sofisticati congegni elettronici nella preparazione delle bombe, e qualcosa di più sofisticato di una bicicletta per spostare le bombe in punti diversi degli Stati Uniti. Un problema per quelli che stanno preparando l’accusa contro Kaczynski sarà dimostrare che, mentre viveva a un basso livello di tecnologia, quando lo desiderava aveva accesso alla tecnologia più alta.

L’avversione alla tecnologia è compatibile con l’anarchismo. Uno stimato collaboratore di Freedom accoglie con piacere l’occasionale declamazione contro la tecnologia, gli scienziati e il progresso. Ma anche l’apprezzamento della tecnologia (sia pur meno consueto) è compatibile con l’anarchismo, e i più accaniti oppositori della tecnologia sono gli autoritari eco-fascisti. L’istanza antitecnologica non è essenziale all’anarchismo, e non implica l’anarchismo. Né lo è l’utilizzo di bombe fatte in casa, per il quale Unabomber presenta un’interessante analisi:

96. Prendiamo noi (FC) per esempio. Se non avessimo mai fatto ricorso alla violenza e avessimo sottoposto il presente scritto a un editore, probabilmente non sarebbe stato accettato. Se fosse stato accettato e pubblicato, probabilmente non avrebbe attirato molti lettori, perché è molto più divertente consumare i contenuti offerti dai media piuttosto che leggere un saggio misurato. Anche se questo scritto avesse molti lettori, la maggior parte di essi avrebbe ben presto dimenticato quanto letto, perché le loro menti sarebbero state inondate dalla massa di materiali a cui i media li espongono. Per cercare di diffondere tra il pubblico il nostro messaggio con qualche speranza di lasciare un’impressione duratura, siamo costretti a uccidere persone.

Alcuni anarchici hanno usato le bombe, ma la gran parte preferirebbe rimanere inascoltata piuttosto che uccidere persone per attirare l’attenzione. La maggioranza dei fanatici assassini sono autoritari. Il modo più ovvio per scoprire se Unabomber è un anarchico è quello di rintracciare le parti che nel Manifesto sono dedicate al governo. E in realtà ci è sufficiente leggere il paragrafo 4 dei 232 redatti per trovare l’informazione richiesta:

4. Perciò noi sosteniamo una rivoluzione contro il sistema industriale... Questa non dev’essere una rivoluzione POLITICA. Il suo obiettivo sarà il rovesciamento non dei governi, ma delle basi economiche e tecnologiche della presente società.

Ammirevolmente chiaro. Unabomber non è un anarchico. Dal momento che non abbiamo intenzione di uccidere nessuno per dare rilevanza al nostro punto di vista, probabilmente pochi ne verranno a conoscenza. Ma per quel che può valere, invitiamo i media a smetterla di parlare di Unabomber come di un anarchico antitecnologico. Anti-tecnologico è vero, anarchico è falso.

editoriale di Freedom (Londra)
Traduzione di Stefano Viviani

FREEDOM PRESS
www.lglobal.com/TAO/Freedom